DARIO VERGASSOLA E USSO96 / ANALOGICI VS DIGITALI

La generazione Z, totalmente nativa-digitale, è stata la prima ad essere uscita dall'omologazione televisiva che aveva unito nonni, padri e figli per quasi 70 anni. I giovanissimi non vedono più la tv perché la fanno loro, ovunque si trovino e in ogni momento, direttamente sui canali social e in particolare su Tik Tok. L'attore e scrittore Dario Vergassola, analogico per eccellenza, dialoga in maniera semiseria con Usso96, divo dei giovanissimi e seguito da ben sette milioni di loro appunto su Tik Tok. Nel corso dell'incontro verrà compilata una breve guida ad uso delle generazioni adulte (quelle definite dagli adolescenti in modo ironico e dispregiativo 'boomer') per orientarsi nel mondo dei ragazzi e viceversa. Un confronto non facile ma necessario.


QUARTETTO PROMETEO / RIFRAZIONI SONORE

Per il Quartetto Prometeo, Leone d’Argento della Biennale Musica di Venezia nel 2012, la ricerca del suono nuovo non è solo una attitudine, un’intenzione, una volontà. Costituisce al contrario una necessità, una sorgente e un approdo ineludibili lungo la ricerca della propria identità. Non a caso è proprio attraverso il prisma della musica del nostro tempo che l’ensemble legge anche i grandi classici del repertorio. Questa logica si riflette alla perfezione nel programma di questo concerto che incastona il Quartetto op.18 n.3 di Beethoven tra il primo quartetto composto da Luca Francesconi nel 1977 e il suo più recente quartetto I voli di Niccolò del 2004. Qui, il classico e composto dialogare dei quattro archi diventa imprevedibile e acrobatico, come lo era Paganini.

 


ROBOT FESTIVAL / CARMEN VILLAIN COURTESY

Un viaggio nella Scandinavia più eterea ed al tempo stesso più visionaria ed imprevedibile: Carmen Villain (origini a metà fra Cile e Norvegia per lei) e Courtesy (artista danese), in questo evento speciale pensato e realizzato dal festival ROBOT, sono pronte ad una esplorazione dove la musica ambient e la pratica del field recording raggiungono un livello semplicemente superiore, andando a scavare da un lato nella dimensione onirica ed ancestrale (Carmen Villain) dall’altro in quella più astratta, geometrica e debitrice della musica elettronica di matrice trance (Courtesy). Come da tradizione ed esplicito indirizzo del festival ROBOT, la musica elettronica non rappresenta solo una dimensione di loisir danzereccio ma diventa anche uno strumento per indagare le profondità dei sensi e le avventure artistiche più coraggiose. Per la Villain, poi, sarà la presentazione in anteprima dal vivo del suo nuovo lavoro, "Only Love From Now On", e lo stesso vale per Courtesy ("Night Journeys").


ROBOT FESTIVAL / SOPHIE BIRCH MARIO BATKOVIC

Il “rumore del mondo” può diventare intrigante melodia? La routine quotidiana può trasformarsi, processata in maniera obliqua con classe e delicatezza, in un racconto sonoro sorprendente? In mano a Sofie Birch, la risposta da dare a questi interrogativi diventa un’avventura artistica sottile, raffinata, affascinante, a più dimensioni, "aumentate" anche dal sassofono di Nana Pi, in questo concerto che è la prima presentazione live dell'ultima release discografica "Holotropica". Nel momento poi in cui, nel secondo concerto in programma nella serata, il bosniaco Mario Batkovic trasforma uno strumento tradizionale come la fisarmonica in un ipnotico strumento dell’ultra-futuro, allora davvero ci sono tutte le traiettorie e le coordinate per arrivare ad una dimensione inedita, sorprendente, superiore. Il secondo appuntamento realizzato in collaborazione col festival ROBOT esplora davvero terre sonore, culturali ed emotive preziose.

 


VITE STRAORDINARIE / GENNADIJ ROŽDESTVENSKIJ

Il secondo appuntamento di Vite straordinarie prevede la presenza a Bologna del grande regista francese Bruno Monsaingeon, che introdurrà al pubblico il suo affresco di uno degli ambienti culturali più intensi e ricchi del XX secolo, un fiore raro e prezioso cresciuto nell’Unione Sovietica del Terrore staliniano, della censura, delle deportazioni e delle epurazioni. Con mano magistrale, Monsaingeon ci offre da una parte rari frammenti incentrati su Prokof’ev, Šostakovič, Stravinskij, mentre dall’altra compare minaccioso Stalin, che rende più che mai vivido il senso dell’oppressione inflitta a musicisti e artisti in genere dal dittatore. A raccontarci questo momento storico è Gennadij Roždestvenskij (1931-2018), ultimo rappresentante dei direttori d’orchestra dell’era sovietica, che accosta con umorismo e sincerità la sua poetica della musica agli aneddoti su Tichon Chrennikov, il famigerato segretario generale dell’Unione dei Compositori Sovietici.

INTRODUCE BRUNO MONSAINGEON


IL RACCONTO DI FILIPPO

Chi era San Filippo Neri? Perché a Bologna c'è un Oratorio che porta il suo nome? Quali sono i tesori artistici che custodisce? Domande cui offre una risposta 'Il racconto di Filippo', spettacolo itinerante che è un po' visita guidata e un po' performance teatrale. Si tratta di un percorso spettacolare per gruppi ristretti di spettatori: tre attori conducono il pubblico negli angoli più suggestivi dell'Oratorio, dando voce ad alcuni personaggi storici e fantastici legati al luogo, a partire da San Filippo Neri, il Santo della gioia che terrà le fila della narrazione. Ma appariranno anche un'immaginaria moglie di Ludovico Carracci (di cui l'Oratorio ospita il celebre 'Ecce Homo') il cardinale Lambertini (che inaugurò l'Oratorio nel 1733) e la figura di una misteriosa donna scampata dai bombardamenti del 1944.

 

Biglietti acquistabili su Viva Ticket

 


EMANUELE ARCIULI / AMERICAN LANDSCAPES PER 5 TASTIERE

Un pianista da solo, in scena. E intorno a lui un coro di cinque diversi strumenti “da tasto”: un pianoforte a coda, un pianoforte preparato, un clavicembalo, una tastiera elettronica e un toy piano. È musica per gli occhi, oltre che per le orecchie, il recital che Emanuele Arciuli dedica alla musica del Nuovo Mondo. Un continente vasto, eclettico, molteplice, percorso da tensioni opposte, del quale Arciuli possiede una profonda conoscenza. Nel suo programma scorre da John Cage a George Crumb, da Marga Richter a Julia Wolfe, Annie Gosfield e Missy Mazzoli. Accanto a lui, sullo stesso orizzonte, il raffinato “disegno del suono” di Nicola Monopoli. Precede il concerto un incontro con il pubblico tenuto da Arciuli, alle ore 18.30, nel vicino Museo di San Colombano: Keyboards Variety sarà un suggestivo viaggio in America, zigzagando tra tasti bianchi e tasti neri.


IVA ZANICCHI / UN ALTRO GIORNO VERRA’

Attilio è stato il capostipite della famiglia Vezzoli. Nel primo Novecento, ogni autunno con i suoi cari e con i lavoranti, undici persone più un gregge di cinquecento pecore, lasciava il paese sull'Appennino Tosco-Emiliano e si spostava in Maremma per la transumanza. Tognin, ultimo dei cinque figli di Attilio, sogna di sposare la sua Ginetta, che ama da quando è bambino. La vita andrà diversamente ma gli regalerà comunque grandi gioie tra le quali il nipote Lorenzo, il primo dei Vezzoli a lasciare le terre dell'infanzia per scoprire il mondo: finirà imbarcato come allievo commissario sul transatlantico Princesse, diretto a New York. Un altro giorno verrà, è una saga familiare popolata da personaggi di straordinaria volontà e dignità, animati al tempo stesso dal desiderio di conquistare il futuro e da un profondo attaccamento alle proprie radici.


ANTONIO SCURATI LE MARCE SU ROMA, 28 OTTOBRE 1922

Il 28 ottobre 1922, circa 25.000 camicie nere si diressero sulla capitale rivendicando dal sovrano la guida politica del Regno d’Italia e minacciando, in caso contrario, la presa del potere con la violenza. Antonio Scurati, professore all’Università IULM, editorialista del «Corriere della Sera» e autore dei romanzi della saga di M. dedicati a Mussolini e al fascismo, condurrà il pubblico in quelle giornate convulse e soprattutto a tutto quanto dopo quel 28 ottobre 1922 non è più stato lo stesso.

Antonio Scurati dialogherà con Antonio Franchini, autore e direttore editoriale di Giunti

 


SIMONE RUBINO / THE WAVE

Torinese, 29 anni, Simone Rubino è una felice anomalia sulla scena musicale europea. Nelle sue mani, e attraverso il suo corpo, l’insieme degli strumenti a percussione è diventato un universo in perenne espansione. Piatti, gong, marimbe, tamburi, temple-block, xilofoni, claves si sono trasformati da attori secondari in protagonisti, in voci soliste: lo dimostra un brano come The Wave della compositrice giapponese Keiko Abe, dove la marimba acquista la potenza d’attrazione di un pianoforte gran coda. Simone Rubino monta il suo programma senza distinzione di genere, epoca, stile, appartenenza: accanto ai “classici” (Cage, Xenakis), troviamo intersezioni con la poesia di Mariangela Gualtieri (Curtoni), l’elettronica (Cangelosi) e il barocco (Bach). L’espansione continua.