IL GIORNO CHE VERRÀ
Ritratti a ruota libera per non smettere di parlare del mestiere di andare in scena, entrando nei ricordi, nelle dinamiche, nelle contraddizioni, nelle aspirazioni e anche nelle difficoltà in tempo di pandemia.
L'Oratorio San Filippo Neri, lo splendido spazio della Fondazione del Monte gestito da Mismaonda, pur mantenendo fede alla convinzione che uno spazio teatrale debba accogliere incontri tra attori, musicisti, danzatori e il pubblico in presenza, ha deciso di dare voce ai lavoratori dello spettacolo invitandoli a raccontarsi nello spazio che li ha visti in scena, in attesa “del giorno che verrà” quando finalmente potremo riaprire al pubblico lo spazio. E proprio “Il giorno che verrà” è il titolo della rassegna che prende il via il 24 dicembre.
«La Fondazione del Monte si è sempre impegnata nel settore della cultura e rilancerà il suo impegno nel 2021 – dichiara Giusella Finocchiaro. – Riteniamo infatti che la cultura sia una necessità e non un lusso, come molti erroneamente credono, perché implica socialità, educazione, capacità progettuale, e perché la crisi investe tutti gli operatori della cultura, del teatro e dello spettacolo, che lavorano dietro le quinte e non vanno mai dimenticati».
«Si è scelto di usare il codice adeguato al tipo di fruizione – ha commentato Mariangela Pitturru - non vedremo spettacoli teatrali che dal live allo streaming perdono vita, ma video racconti. Sarà un format originale che offrirà l’opportunità di vedere e ascoltare in dialogo non solo chi sta sul palco ma anche chi lavora dietro le quinte e collabora alla creazione di quanto va in scena, col contributo di brevi preziosi momenti di spettacolo. Per la regia abbiamo coinvolto una coppia apprezzata e premiata nel settore del docu-film come Michele Mellara e Alessandro Rossi».
«Visivamente, abbiamo cercato di far dialogare l’eleganza barocca dell’Oratorio San Filippo Neri con i diversi artisti coinvolti – spiegano i registi Michele Mellara e Alessandro Rossi - Ognuno di loro si racconta e si esibisce in relazione al luogo fisico dell’Oratorio e, grazie ad esso, dà corpo e sostanza al proprio intervento. L’assenza del pubblico si sente, si percepisce a tutto schermo; gli artisti ne soffrono la mancanza, e così è a chi non c’è e si spera possa tornare a riempire presto questa magnifica sala che viene dedicata ogni parola, ogni segno, ogni nota del nostro canto».
A tutti è stato chiesto di raccontare il proprio mestiere.
Vedremo il Teatro delle Ariette che in vista del Natale riproporrà la ritualità di pranzi e cenoni conditi dall’ingrediente inedito che da anni è il successo dei loro piatti: il teatro; Paolo Fresu rievocare aneddoti mai ascoltati col suo assistente e produttore Luca Devito (il 6 gennaio); Alessandro Bergonzoni ragionare sul cambio di passo che impone il periodo con il suo regista Riccardo Rodolfi (il 31 dicembre); la cantante Roberta Giallo descrivere il rapporto tra la sua particolarissima voce e gli strumenti musicali con il musicista e compositore Valentino Corvino; Vittorio Franceschi narrare anni di carriera di drammaturgo e attore accompagnato dalle visioni scenografiche di Matteo Soltanto. Gli Oblivion ricordano la nascita del loro gruppo canoro proprio al San Filippo Neri ed entrano nei segreti della creatività collettiva; Nicola Borghesi e Lodo Guenzi si intervistano reciprocamente sul senso di ciò che fanno mescolando gli aspetti più artistici con quelli pragmatici che pure fanno parte del loro lavoro.
Altri incontri, in attesa di essere ripresi, sono quelli tra la coreografa Simona Bertozzi e una giovane allieva; Marco Baliani e il figlio Mirto, musicista, compositore, sound designer, illustratore e dj; la compagnia Fanny & Alexander. Se poi il nuovo DPCM dovesse consentire ai teatri di aprire già a febbraio, questi stessi artisti saranno ospitati al San Filippo Neri in presenza.
IL GIORNO CHE VERRÀ
Ritratti a ruota libera per non smettere di parlare del mestiere di andare in scena, entrando nei ricordi, nelle dinamiche, nelle contraddizioni, nelle aspirazioni e anche nelle difficoltà in tempo di pandemia.
L'Oratorio San Filippo Neri, lo splendido spazio della Fondazione del Monte gestito da Mismaonda, pur mantenendo fede alla convinzione che uno spazio teatrale debba accogliere incontri tra attori, musicisti, danzatori e il pubblico in presenza, ha deciso di dare voce ai lavoratori dello spettacolo invitandoli a raccontarsi nello spazio che li ha visti in scena, in attesa “del giorno che verrà” quando finalmente potremo riaprire al pubblico lo spazio. E proprio “Il giorno che verrà” è il titolo della rassegna che prende il via il 24 dicembre.
«La Fondazione del Monte si è sempre impegnata nel settore della cultura e rilancerà il suo impegno nel 2021 – dichiara Giusella Finocchiaro. – Riteniamo infatti che la cultura sia una necessità e non un lusso, come molti erroneamente credono, perché implica socialità, educazione, capacità progettuale, e perché la crisi investe tutti gli operatori della cultura, del teatro e dello spettacolo, che lavorano dietro le quinte e non vanno mai dimenticati».
«Si è scelto di usare il codice adeguato al tipo di fruizione – ha commentato Mariangela Pitturru - non vedremo spettacoli teatrali che dal live allo streaming perdono vita, ma video racconti. Sarà un format originale che offrirà l’opportunità di vedere e ascoltare in dialogo non solo chi sta sul palco ma anche chi lavora dietro le quinte e collabora alla creazione di quanto va in scena, col contributo di brevi preziosi momenti di spettacolo. Per la regia abbiamo coinvolto una coppia apprezzata e premiata nel settore del docu-film come Michele Mellara e Alessandro Rossi».
«Visivamente, abbiamo cercato di far dialogare l’eleganza barocca dell’Oratorio San Filippo Neri con i diversi artisti coinvolti – spiegano i registi Michele Mellara e Alessandro Rossi - Ognuno di loro si racconta e si esibisce in relazione al luogo fisico dell’Oratorio e, grazie ad esso, dà corpo e sostanza al proprio intervento. L’assenza del pubblico si sente, si percepisce a tutto schermo; gli artisti ne soffrono la mancanza, e così è a chi non c’è e si spera possa tornare a riempire presto questa magnifica sala che viene dedicata ogni parola, ogni segno, ogni nota del nostro canto».
A tutti è stato chiesto di raccontare il proprio mestiere.
Vedremo il Teatro delle Ariette che in vista del Natale riproporrà la ritualità di pranzi e cenoni conditi dall’ingrediente inedito che da anni è il successo dei loro piatti: il teatro; Paolo Fresu rievocare aneddoti mai ascoltati col suo assistente e produttore Luca Devito (il 6 gennaio); Alessandro Bergonzoni ragionare sul cambio di passo che impone il periodo con il suo regista Riccardo Rodolfi (il 31 dicembre); la cantante Roberta Giallo descrivere il rapporto tra la sua particolarissima voce e gli strumenti musicali con il musicista e compositore Valentino Corvino; Vittorio Franceschi narrare anni di carriera di drammaturgo e attore accompagnato dalle visioni scenografiche di Matteo Soltanto. Gli Oblivion ricordano la nascita del loro gruppo canoro proprio al San Filippo Neri ed entrano nei segreti della creatività collettiva; Nicola Borghesi e Lodo Guenzi si intervistano reciprocamente sul senso di ciò che fanno mescolando gli aspetti più artistici con quelli pragmatici che pure fanno parte del loro lavoro.
Altri incontri, in attesa di essere ripresi, sono quelli tra la coreografa Simona Bertozzi e una giovane allieva; Marco Baliani e il figlio Mirto, musicista, compositore, sound designer, illustratore e dj; la compagnia Fanny & Alexander. Se poi il nuovo DPCM dovesse consentire ai teatri di aprire già a febbraio, questi stessi artisti saranno ospitati al San Filippo Neri in presenza.