FANNY & ALEXANDER

Sul palco del San Filippo Neri c’è solo Marco Cavalcoli ma con lui ci sono anche gli altri due compenenti del gruppo FANNY & ALEXANDER Luigi De Angelis e Chiara Lagani. Poi arrivano Roger Bernat, Mike Bongiorno, Fred Buscaglione e perfino Mario Draghi.

Miracoli dell’eterodirezone. “Gli auricolari sono i miei compagni di viaggio da molto tempo”, scherza Cavalcoli. E poi, dando letteralmente voce a Lagani, spiega “È un processo di scrittura live in cui il corpo dell’attore è una penna vigile che comunica a chi scrive le sue intenzioni. L’attore va in scena senza sapere a memoria il testo ma tramite l’auricolare riceve indicazioni in diretta (o preregistrate) e la voce del personaggio che interpreta si imprime sulla sua”.

Per parlare di regia, la voce guida è quella di Luigi De Angelis, il regista appunto di Fanny & Alexander: “Qualunque atto creativo non è puro perché ha a che fare con le scorie dell’esterno. L’atto creativo è una reazione chimica non determinata da noi e quindi l’attore non agisce ma è agito: quando si crea si è creati. Il regista è un architetto delle scelte”.

Cavalcoli torna Cavalcoli quando parla di quella felicissima stagione che ha visto nascere in regione negli ultimi decenni tante esperienze teatrali fondamentali e che gli studiosi hanno identificato con la definizione Romagna felix. “Probabilmente se non fossi nato in quel luogo e in quel periodo non avrei fatto l’attore – ammette – Agli inizi degli anni Novanta gruppi come le Albe, Valdoca e Raffaello Sanzio hanno formato in molti il senso e l’immaginario del teatro. Ravenna Teatro ha avuto il merito di mettere in rete molte compagnie come la nostra. Abbiamo creato festival autoprodotti nelle colline romagnole, tessuto collaborazioni, condiviso la responsabilità per rilanciare una rassegna irrinunciabile come Santarcangelo”. Poi il gioco scenico prende il sopravvento: quando gli si chiede quale sia il suo rapporto con il teatro, dà voce a Fred Buscaglione in un appassionato tango.E alla domanda sul futuro del teatro, l’attore si trasforma in Mario Draghi e sciorina l’elenco dei neo-nominati ministri.