MILA FUMINI | IL CANTO DELLE RICETTE

Mila Fumini è una storica impegnata nello
studio dei ricettari di cucina femminili:
fonti che sono solo l’ultimo epigono di una
tradizione che affonda le sue radici in numerosi
scritti di età medievale e rinascimentale come
ad esempio il ricettario di Caterina Sforza
che conteneva ricette di cibi, ma anche
incantamenti o indicazioni di preparati per la
cura della bellezza. Con i ricettari raccolti in
questi anni Mila Fumini ha dato origine anche
a un portale digitale, ‘RAGU-Reti e Archivi del
Gusto’, derivato proprio da quella tradizione
di scritture a lungo non indagata in maniera
sistematica. Attraverso questa ricerca sono
stati raccolti decine di racconti delle autrici di
questi scritti. Mila ha ricostruito le loro storie
indagandole come a guardare dal buco della
serratura di stanze che, questa sera, verranno
aperte e approfondite.


A VENT’ANNI DALLA CONVENZIONE PER IL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE

In occasione dei vent’anni dall’adozione
della Convenzione UNESCO del 2003 sulla
Salvaguardia del Patrimonio Culturale
Immateriale, il Dipartimento delle Arti
dell’Università di Bologna e la Commissione
Nazionale Italiana per l’UNESCO, in
collaborazione con il Ministero della Cultura e
il Comune di Bologna, presentano una giornata
di studi e tre momenti performativi incentrati
sulle pratiche tutelate dall’UNESCO.
Per questa prima giornata oltre al convegno
ci sarà la rappresentazione di Teatro Nō con
Umewaka Naohiko, attore professionista
(shite) di una delle più rilevanti famiglie
tradizionali, afferente alla scuola Kanze, e il
percussionista Ko Seijiro, della prestigiosa
Scuola Kosei, suonatore di piccolo tamburo
(kotsuzumi). A seguire canti polifonici sardi
rappresentati dai cantori della Confraternita
Oratorio di Santa Croce di Castelsardo.


A VENT’ANNI DALLA CONVENZIONE PER IL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE

La seconda giornata si concentra sull’Opera
dei Pupi siciliani, con uno spettacolo
realizzato in collaborazione con il Museo delle
Marionette ‘Antonio Pasqualino’ di Palermo.
Originariamente proclamato, nel 2001, tra i
“Capolavori del Patrimonio Orale e Immateriale
dell’Umanità”, il teatro dei burattini siciliani,
noto come Opera dei Pupi, è iscritto nel 2008
nella Lista rappresentativa del Patrimonio
culturale immateriale dell’UNESCO. Questo
genere di spettacolo si è sviluppato agli inizi
dell’Ottocento e ha vissuto un grande successo
tra le classi lavoratrici dell’isola. I pupari
hanno raccontato storie basate sulla letteratura
cavalleresca medievale e su altre fonti, come
le poesie italiane del Rinascimento, la vita dei
santi e le storie di noti banditi. I dialoghi in
queste rappresentazioni furono in gran parte
improvvisati dagli stessi pupari.


CAPPELLA ARTEMISIA | MUSICA PROIBITA

Questo progetto racconta la storia di Eleonora
d’Este, giovane badessa che seppe dare al
convento di Santa Chiara a Carpi lo sfarzo
di una corte rinascimentale. Lo spettacolo
racconterà l’emblematico caso di possessione
diabolica nel convento carpigiano, le
ambizioni della principessa, l’ansia di libertà
delle monache e i giochi di potere che
serpeggiavano dentro le mura del monastero.
Il concerto ricostruisce la vita musicale delle
monache con brani sacri e profani da autori
come Bottegari, Gesualdo, Trabaci, Guaitoli
ed altri, nonché le compositrici Sulpitia Cesis
e Raffaella Aleotti.


CESAR BRIE | RACCONTAMI DI DOMANI

 

Attraverso il percorso della vita di due amiche,
lo stimato regista internazionale Cesar Brie
racconta una poesia scenica sull’essere
donna e sul trascorrere del tempo. É come
se il pubblico spiasse le due protagoniste
dalla serratura del bagno: conversano, si
sistemano, si preparano. Scoprono i cambi
della loro figura, si confessano, lavano il corpo
e l’anima. In questo bagno gli oggetti più umili
ci interpellano e diventano compagni di scena.
I volti ci guardano attraverso lo specchio
affinché il reale si riveli come quelle verità che
si possono raccontare solo in segreto.

In scena le attrici Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti.


EVENTO RIMANDATO: CHRISTIAN GRECO | ALLA RICERCA DI TUTANKHAMUN

L’incontro sarà moderato dalla Dottoressa Daniela Picchi, responsabile sezione egizia del Museo Civico Archeologico di Bologna.

Quando nel novembre del 1922 Howard Carter
entra nella tomba del faraone Tutankhamun,
il nome del faraone, dimenticato dalla storia,
torna a essere pronunciato dopo tremila anni.
La tomba ha garantito al faraone una seconda
vita come simbolo dell’intera civiltà egizia.
Ma come è stato possibile? Christian Greco,
direttore del Museo Egizio di Torino, conduce
i lettori di questo libro in un viaggio che inizia
con la riforma religiosa del “faraone eretico”
Akhenaten ed esplora i grandi misteri legati a
Tutankhamun – dalla sua ascendenza alle cause
della morte – fino a indagare l’impatto che i
favolosi oggetti ritrovati nella tomba hanno
avuto sull’immaginario contemporaneo.


GIORGIO IERANÒ | OMERO. NAUSICAA E L’IDILLIO MANCATO

Introduce e modera Federico Condello.

Una principessa incontra un naufrago sulle
spiagge di un regno lontano. L’uomo venuto
dal mare è Odisseo, re di Itaca: ha conquistato
città, guidato eserciti e conosce parole che sanno
convincere la mente degli uomini e sedurre il
cuore delle donne. Nel VI canto dell’Odissea
incontra Nausicaa, non una dea o una maga,
come Calipso e Circe; non sposa e madre, come
la paziente Penelope. Ma un’adolescente nel cui
carattere si alternano innocenza e desiderio,
ingenuità e malizia. Tra lei e Odisseo nasce un
dialogo intessuto di ambiguità, da cui traspare la
promessa di un futuro destinato a non realizzarsi.


IL RACCONTO DI FILIPPO

Chi era San Filippo Neri? Perché a Bologna c’è un Oratorio che porta il suo nome? Quali sono i tesori artistici che custodisce? Quali traversie ha attraversato quel luogo? Domande, domande, domande…A cui offre una risposta ‘Il racconto di Filippo’, spettacolo itinerante che è un po’ visita guidata e un po’ performance teatrale. Non c’è dubbio che l’Oratorio di San Filippo Neri sia un tesoro da riscoprire con il suo straordinario patrimonio artistico-architettonico e le suggestioni ad esso legate.

L’Oratorio fu acquistato nel 1997 dalla Fondazione del Monte che avviò i lavori di restauro per riparare gli ingenti danni provocati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, affidandoli all’architetto Pier Luigi Cervellati. Fu riaperto al pubblico il 20 dicembre 1999. Al suo interno si possono ammirare l’architettura di Alfonso Torreggiani, le sculture di Angelo Gabriello Piò, la pala d’altare di Francesco Monti, gli interventi di Fernando Galli Bibiena e il celebre ‘Hecce Homo’ di Ludovico Carracci. Ma soprattutto si può respirare l’aria della Storia.

Il racconto di Filippo è un percorso spettacolare per gruppi ristretti di spettatori: tre attori conducono il pubblico negli angoli più suggestivi dell’Oratorio, dando voce ad alcuni personaggi storici e fantastici legati al luogo. Il protagonista è Filippo Neri, naturalmente, il Santo della gioia che terrà le fila della narrazione. Ma appariranno anche un’immaginaria moglie di Ludovico Carracci, il cardinale Lambertini (che inaugurò l’Oratorio nel 1733) e la figura di una misteriosa donna scampata dai bombardamenti del 1944.

Il testo rievoca fatti storici mescolando citazioni letterarie (da Decroux a Raimondi) ed invenzioni drammaturgiche, in un gioco scenico che consente di guardare lo spazio in modo inedito.


IL RACCONTO DI FILIPPO

Chi era San Filippo Neri? Perché a Bologna c’è un Oratorio che porta il suo nome? Quali sono i tesori artistici che custodisce? Quali traversie ha attraversato quel luogo? Domande, domande, domande…A cui offre una risposta ‘Il racconto di Filippo’, spettacolo itinerante che è un po’ visita guidata e un po’ performance teatrale. Non c’è dubbio che l’Oratorio di San Filippo Neri sia un tesoro da riscoprire con il suo straordinario patrimonio artistico-architettonico e le suggestioni ad esso legate.

L’Oratorio fu acquistato nel 1997 dalla Fondazione del Monte che avviò i lavori di restauro per riparare gli ingenti danni provocati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, affidandoli all’architetto Pier Luigi Cervellati. Fu riaperto al pubblico il 20 dicembre 1999. Al suo interno si possono ammirare l’architettura di Alfonso Torreggiani, le sculture di Angelo Gabriello Piò, la pala d’altare di Francesco Monti, gli interventi di Fernando Galli Bibiena e il celebre ‘Hecce Homo’ di Ludovico Carracci. Ma soprattutto si può respirare l’aria della Storia.

Il racconto di Filippo è un percorso spettacolare per gruppi ristretti di spettatori: tre attori conducono il pubblico negli angoli più suggestivi dell’Oratorio, dando voce ad alcuni personaggi storici e fantastici legati al luogo. Il protagonista è Filippo Neri, naturalmente, il Santo della gioia che terrà le fila della narrazione. Ma appariranno anche un’immaginaria moglie di Ludovico Carracci, il cardinale Lambertini (che inaugurò l’Oratorio nel 1733) e la figura di una misteriosa donna scampata dai bombardamenti del 1944.

Il testo rievoca fatti storici mescolando citazioni letterarie (da Decroux a Raimondi) ed invenzioni drammaturgiche, in un gioco scenico che consente di guardare lo spazio in modo inedito.


IL RACCONTO DI FILIPPO

Chi era San Filippo Neri? Perché a Bologna c’è un Oratorio che porta il suo nome? Quali sono i tesori artistici che custodisce? Quali traversie ha attraversato quel luogo? Domande, domande, domande…A cui offre una risposta ‘Il racconto di Filippo’, spettacolo itinerante che è un po’ visita guidata e un po’ performance teatrale. Non c’è dubbio che l’Oratorio di San Filippo Neri sia un tesoro da riscoprire con il suo straordinario patrimonio artistico-architettonico e le suggestioni ad esso legate.

L’Oratorio fu acquistato nel 1997 dalla Fondazione del Monte che avviò i lavori di restauro per riparare gli ingenti danni provocati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, affidandoli all’architetto Pier Luigi Cervellati. Fu riaperto al pubblico il 20 dicembre 1999. Al suo interno si possono ammirare l’architettura di Alfonso Torreggiani, le sculture di Angelo Gabriello Piò, la pala d’altare di Francesco Monti, gli interventi di Fernando Galli Bibiena e il celebre ‘Hecce Homo’ di Ludovico Carracci. Ma soprattutto si può respirare l’aria della Storia.

Il racconto di Filippo è un percorso spettacolare per gruppi ristretti di spettatori: tre attori conducono il pubblico negli angoli più suggestivi dell’Oratorio, dando voce ad alcuni personaggi storici e fantastici legati al luogo. Il protagonista è Filippo Neri, naturalmente, il Santo della gioia che terrà le fila della narrazione. Ma appariranno anche un’immaginaria moglie di Ludovico Carracci, il cardinale Lambertini (che inaugurò l’Oratorio nel 1733) e la figura di una misteriosa donna scampata dai bombardamenti del 1944.

Il testo rievoca fatti storici mescolando citazioni letterarie (da Decroux a Raimondi) ed invenzioni drammaturgiche, in un gioco scenico che consente di guardare lo spazio in modo inedito.