N.A.I.P. / NESSUN ARTISTA IN PARTICOLARE

Si chiama Michelangelo Mercuri, ha 29 anni, vive a Bologna ed è arrivato quarto nell'edizione 2020 di XFactor. L'acronimo del suo nome d'arte significa Nessun Artista In Particolare ma lui di particolarità ne ha molte, come ha dimostrato nel programma di Sky e come ben sa chi lo ha visto esibirsi dal vivo. Suona la chitarra, la batteria, il synth, il pianoforte e la loop station. Ha cominciato a fare musica a 16 anni, dopo aver organizzato una colletta in classe, a Lamezia Terme, per farsi regalare la prima chitarra elettrica. Il suo inedito è stato 'Attenti al loop'. Dice di lui: “Sono uno scrittore, un musicista, che si diverte a mettere insieme le cose e le riproduce in mezzo alle persone”. La domanda è: che cosa è cambiato dopo la lunga e fortunata esposizione televisiva per questo  'cantautore trasversale'? Cosa gli riserva il futuro? Ce lo racconta sul palco dandoci anche un saggio della sua poliedricità


FRANCESCA NERI / COME CARNE VIVA

Francesca, ragazza ipersensibile e avventurosa, appena può scappa da Trento e dalla claustrofobica vita di provincia per trasferirsi a Roma. Qui, mentre la sua famiglia la immaginava avvocato, studia cinema, scopre di essere una brava attrice, e raggiunge il successo. Inizia così una corsa a perdifiato verso il prossimo film, il prossimo premio, la prossima sfida. A fermare tutto ci pensa il suo corpo. Una malattia cronica e invalidante la costringe per alcuni anni e restare chiusa dentro una stanza di casa sua. Decide di scrivere di sé. E poi finalmente arriva la rinascita, Francesca esce come una donna liberata: libera dal bisogno di dimostrare nulla ad alcuno, libera dalla necessità di compiacere tutti, libera e disposta a diventare davvero se stessa. In un'autobiografia spietata e sincera Francesca Neri si racconta.


STEFANO PESCE / EDGARDO MORTARA - UNA CRONACA CITTADINA

Nel 1858, ultimo anno di regno pontificio a Bologna, un ragazzino ebreo viene portato via dalla sua famiglia, perché gira voce che sia stato battezzato qualche anno prima dalla domestica di casa mentre era gravemente malato. La sola notizia del battesimo basta ad innescare un meccanismo militare, sorretto dalla legge pontificia, che si infila in casa Mortara ed impone al giovane Edgardo un percorso che lo porterà alla conversione cattolica. La lettura degli atti del processo a Padre Feletti, autore morale del rapimento, ci porterà attraverso i luoghi cittadini ed i personaggi della vicenda. 

Raccontare la storia poco conosciuta di Edgardo Mortara nasce dall'esigenza di fare capire come la cultura religiosa dominante influisca sulle scelte di vita e sull'identità di un individuo. 

 


ARIANNA PORCELLI SAFONOV / FIABA FOBIA

Una collana di racconti che indaga sulle fobie che ci accompagnano a volte per tutta la vita, a volte più dei parenti. E’ stato scritto per ridere e pensare, sperando che non ci sia nessuno che ha paura di ridere o di pensare. Dai tempi dell’Uomo Nero, dice l’attrice, ogni anno viene prodotto un nuovo soggetto che ci deve fare impaurire: “Quando ero piccola si doveva avere paura di Chernobyl, poi della Mucca Pazza e dell’arsenico nell’acqua. Dopodiché, molto tempo dopo, sono arrivati gli immigrati ma ora non se li fila più nessuno perché c’è il virus”. Insomma, è anche a causa del clima di terrore mondiale se incorriamo in fobie personalizzate: dai ragni ai serpenti, dall’aereo ai batteri che potrebbero aggredirci ai tavolini del bar, dall’acqua alta alla fobia verso gli uomini e le donne con cui potremmo riprodurci. Chi di noi non ha detto almeno una volta: “Scusa, è che ho la fobia”.

 

 


ANGELA DEMATTE' / IL COMPROMESSO

Ultima serata del progetto, ideato dall'associazione ‘Situazione drammatica’e incentrato su letture sceniche dedicate ad altrettanti testi di drammaturgia contemporanea. Sotto la guida di Tindaro Granata e alla presenza dell’autrice, i giovani allievi attori della Scuola di Teatro di Bologna sono impegnati nella lettura interpretativa di un testo mentre il pubblico, armato di copione, può seguire lo svolgersi della vicenda. Che nella storia d’Italia viaggi il termine ‘compromesso’ di cui narra Angela Dematté è un dato di fatto a cui noi italiani siamo rassegnati. Se non altro, ce n’è stato uno recentemente chiamato ‘storico’, di cui tutti siamo a conoscenza. Il testo è innanzitutto un’indagine sul compromesso che parte dalla prima Guerra Mondiale. Un copione che è anche una riflessione sull'eredità e sull'identità. In cosa credevano i nostri padri? Cosa ci hanno trasmesso? A chi apparteniamo?


UN PROFETA DELL'EUBIOSIA / DANTE E LA BIOETICA

Conversazione tra Carla Faralli e Marco Veglia

Intervengono

Luigi Bolondi, consigliere delegato alla ricerca scientifica e tecnologica della Fondazione del Monte

Silvia Varani, psicologo psicoterapeuta, responsabile Dipartimento Formazione e Ricerca Fondazione ANT

Daniela Bosoni, medico oncologo Coordinatore Area Ovest ANT Bologna

Letture di Gabriele Duma.


SERENA SINIGAGLIA / LA PESTE DI CAMUS

È un romanzo quello di Albert Camus che scandaglia a fondo l’animo umano e lo fa scegliendo un momento estremo, di assoluta emergenza, di sconvolgimento dell’ordinario. L’umanità di Camus è divertente, sorprendente, commovente e appassionante: l’autore francese ci guarda senza giudicarci mai, con occhi sempre nuovi. È da queste considerazioni che la regista Serena Sinigaglia si muove per realizzare una versione scenica del testo. L’amore laico e terreno è l’inaspettato protagonista di questa storia, il filo che unisce le vicende intercorse ad Orano negli anni ‘40. Appena pubblicata, l’opera, che rientra nel cosiddetto ‘Ciclo della rivolta’, riscosse un grande successo. Nel ‘Prima della prima’ lo si propone in forma di lettura, prima, appunto, che venga strutturato per la messinscena.


Selvaggia Lucarelli / Crepacuore

“Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell’esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza.”Così Selvaggia Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata ben quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l’ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l’amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un’asfissiante sindrome abbandonica: “Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro. L’unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza”.Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a se stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos’era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo: “Siamo stati, insieme, una profezia feroce che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi”.

Selvaggia Lucarelli è giornalista per radio, quotidiani e tv. Il suo podcast Proprio a me per Choramedia sulle dipendenze affettive è stato scaricato da un milione di persone. Ha un fidanzato che fa il cuoco, un figlio che ama i film horror, un cane cardiopatico e un gatto diabolico.


NICCOLO' MATCOVICH / TRITTICO DELLE BESTIE

Il progetto, ideato dall'associazione ‘Situazione drammatica’ incentrato su letture sceniche dedicate ad altrettanti testi di drammaturgia contemporanea. Sotto la guida di Tindaro Granata e alla presenza dell’autore, i giovani allievi attori della Scuola di Teatro di Bologna sono impegnati nella lettura interpretativa di un testo mentre il pubblico, armato di copione, può seguire lo svolgersi della vicenda. In ‘Trittico delle bestie’ di Niccolò Matcovich ci soni tre ritorni: ritrovare la madre, incontrare il fratello, salutare il padre. Le origini, un abbraccio, un addio. Nella cornice pittorica di bestie antropomorfe, o uomini bestiali, le atmosfere si sospendono lungo una linea di simboli in cui le bestie (la capra, l cane, l’orso) trasfigurano i legami familiari e guidano l’azione.


CAROLINE BAGLIONI / PLAY

Il progetto, ideato dall’associazione ‘Situazione drammatica’ si sviluppa in tre serate di lettura scenica dedicate ad altrettanti testi di drammaturgia contemporanea. Sotto la guida di Tindaro Granata e alla presenza dell’autrice, i giovani allievi attori della Scuola di Teatro di Bologna sono impegnati nella lettura interpretativa di un testo mentre il pubblico, armato di copione, può seguire lo svolgersi della vicenda. In ‘Play’ di Caroline Baglioni, un’attrice si reca a casa di un regista per fare un provino di cinema ma, durante il colloquio, le richieste del regista diventano sempre più ambigue. Lui entra nella vita privata di lei e sconvolge le regole del loro incontro professionale. A quel punto è la donna, inizialmente in difficoltà, a ribaltare la situazione proponendo un’improvvisazione. I due cominceranno a parlare, fra fantasia e realtà, confondendo i piani e parlandosi in modo specifico.