KEPLER-452 | ALBUM
Ricordo e dimenticanza sono le parole chiave che hanno motivato l’Album di Kepler-452. Album è uno spettacolo che parla della memoria, di come funziona, di come non lo sappiamo, di cosa succede quando smette di funzionare. Album è una raccolta di fotografie di varie parti d’Europa che compongono una storia espansa, sospesa tra l’infinitamente piccolo del privato delle nostre vite minuscole e l’infinitamente grande dei disastri che ci troveremo a fronteggiare e che già oggi presentano il conto. Album parla di anguille, ricordi, scatoloni, strutture sanitarie, alluvioni, camminando in mezzo agli spettatori.
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TEATRO DELLE ARIETTE | NOI SIAMO UN MINESTRONE [Imagine]
In uno spazio quadrato, al centro su tavoli bassi, ci sono due pentole e tutto il necessario per fare il minestrone. Attorno, attori e spettatori, seduti sulle sedie. Più che uno spettacolo meglio pensarlo come un incontro, un pezzo di tempo, un’ora di tempo vissuta poeticamente cercando quello che c’è prima delle parole e quello che resta dopo che sono state pronunciate e dimenticate. Un pezzo di vita per tutte le cose da raccontare, sull’amore, sul teatro, sulla forza delle piante e l’energia degli animali, su come sarebbe facile, in fondo, essere felici. In un tempo di guerre, uno spettacolo per raccontare l’amore. Uno spettacolo per ritrovare il senso e il piacere del gioco. Uno spettacolo per immaginare il presente.
Biglietti disponibili al link: VivaTicket - Teatro delle Ariette.
*LINK: https://www.vivaticket.com/it/ticket/noi-siamo-minestrone/264203*
TOMMASO RAGNO | UNA RELAZIONE PER L'ACCADEMIA
Si chiama Pietro il Rosso la scimmia a cui Franz Kafka dà voce nel 1917 con un
racconto breve pubblicato su una rivista. Pietro viene catturato mentre è con il suo
branco, lo feriscono due pallottole, una in modo non grave al volto, ma che gli darà il soprannome di “il rosso”, l’altra all’anca, che lo rende zoppo. Dopo la prigionia, in una cassa mentre raggiunge l’Europa su una nave, Pietro capisce: può imitare molto bene gli uomini, può in questo modo garantirsi la libertà, o meglio, una forma di libertà, che lo porterà nei teatri ad esibirsi. Dopo quasi cinque anni, gli antropologi che lo invitano all’accademia per ascoltare la sua storia, trovano davanti a loro una scimmia-uomo calma, riflessiva, ironica, che racconta il suo percorso con una vena di malinconia, rabbia ed accusa che percorre tutto il racconto.
GABRIELLA SALVATERRA | LA ULTIMA VEZ - CENA CLANDESTINA
LA ULTIMA VEZ (“L’ultima volta”) è una cena clandestina che si propone di celebrare la meraviglia di un eterno nuovo inizio. Questo spettacolo supera i limiti tradizionali del teatro, integrando in un’esperienza poetica il cibo, la narrazione, la musica e la memoria dei nostri corpi. “Quando le persone si riuniscono attorno ad un tavolo molto spesso parlano delle loro vite, ma non capisco perché quasi sempre parlano delle loro prime volte. Questa notte propongo il contrario; ricordare, celebrare le ultime volte della nostra vita, perché per me sono le più belle e le più importanti”.
Per maggiori informazioni: www.oratoriosanfilipponeri.com oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu | 3497619232
GLI ORARI DELLE REPLICHE
- giovedì 5 dicembre ore 20.00
- venerdì 6 dicembre ore 20.00
- sabato 7 dicembre ore 13.00
- sabato 7 dicembre ore 20.00
- domenica 8 dicembre ore 13.00
- domenica 8 dicembre ore 20.00
Biglietteria aperta su VivaTicket!
Attualmente i biglietti disponibili sono terminati, consigliamo di controllare la pagina dedicata su VivaTicket perché se si dovessero liberare dei posti li rimetteremo in vendita direttamente lì.
MATTEO SAUDINO | VITE RIBELLI
Fare filosofia è un’attività ribelle che si basa sul dubbio e sul pensiero critico che generano bellezza e crescita, ma anche disorientamento e inquietudine. Matteo Saudino porta la sua esperienza filosofica in teatro, con uno spettacolo che rende omaggio alla forza del pensiero attraverso le storie di cinque vite ribelli, dalla scelta di Ipazia di immergersi nel mondo della matematica sfidando ogni fondamentalismo religioso al coraggio di Democrito di affermare che tutto è materia e che la felicità risiede nel vivere liberi dalla paura e dal dolore; e ancora da Giordano Bruno a Olympe de Gouges e la sua Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina; per giungere infine al cospetto di Socrate, il filosofo e il ribelle per antonomasia, colui che in punto di morte si ribella all’ingiustizia della sua condanna continuando a rispettare le leggi della città di Atene.
#NARRANDOBO | LA VITA SOTT’ACQUA
Per questo secondo appuntamento all’Oratorio di San Filippo Neri, #narrandoBO prende spunto da uno dei goal dell’Agenda 2030 per andare alla scoperta della Bologna delle Acque. La classica cifra di intrattenimento del format,
che spazia dal cabaret alla stand up comedy e al teatro di narrazione, diventa la chiave per raccontare quello che si nasconde sotto la superficie della città: canali coperti, chiuse nascoste, vecchie storie acquatiche di quella che alcuni turisti chiamano addirittura “la piccola venezia”. E perché no, ci sarà spazio anche per qualche viaggio surreale in una vita bolognese subacquea.
KAYHAN KALHOR E KIYA TABASSIAN | NON FU MAI UOMO CHE CERCASSE TANTO - A 700 ANNI DALLA MORTE DI MARCO POLO
Il Milione racconta un viaggio di conoscenza più che un viaggio di conquista. Non fu mai uomo che cercasse tanto prende spunto proprio da questa convinzione creando uno spettacolo di musica, immagini e parole che segue le più diverse rotte dei viaggi di Marco Polo nel lontano Oriente, di passaggio anche in terra persiana. Alle pagine del
Milione lette e selezionate da Sandro Cappelletto, sulle suggestive videoproiezioni curate da Tommaso Arosio, si alternano le improvvisazioni musicali di due maestri della musica persiana: Kayhan Kalhor, leggendario suonatore di kamancheh, strumento ad arco della tradizione iraniana, e Kiya Tabassian, suonatore di setar, il liuto persiano.
Per maggiori informazioni: www.bolognafestival.it | T. 051 649 33 97
#NARRANDOBO | REGAZ - ADOLESCENZE BOLOGNESI
Una serata dedicata alla Bologna degli adolescenti. Un viaggio nei luoghi di culto, nei modi di dire, nelle avventure tipiche di ragazze e ragazzi bolognesi, quelli di oggi ma anche quelli di altri tempi. Attraverso la molteplicità di linguaggi performativi che contraddistingue questo format di spettacolo dal vivo tutto dedicato alla città delle due torri, #narrandoBO, tra stand up comedy, teatro di narrazione e cabaret, porterà il pubblico alla scoperta (o alla riscoperta?) di cosa significa passare un’adolescenza a Bologna, magari immaginando di restarci tutta la vita oppure di scappare via il prima possibile.
NICCOLÒ FETTARAPPA | UN’ORA DI INSOPPORTABILE SUPPLENZA
A una certa età si smette di andare a scuola. E si smette di essere bocciati. Ed è un peccato. L’estate è da sempre la meta di chi durante l’anno ce la mette tutta per conquistarsi la vacanza. I rimandati, i bocciati, i somari e i perdenti d’estate restano in città a casa, a ripassare per gli esami di recupero. Un’ora di insopportabile supplenza è un breve concerto didattico surrealista, un corso di grammatica di vita guasta, un approfondimento sulle cause della rivoluzione francese e del perché tu non ce la fai, un ripasso generale sull’ablativo e i tuoi fallimenti. In scena un professore e un musicista, a metà tra Zecchino d’Oro e turpe stornello, mettono in musica la parata di insuccessi della vita.
ENRICO GALIANO | SEI UN MITO! SCOPRI CHI SEI ATTRAVERSO I MITI GRECI
Immagina di essere trasportato in un mondo antico, dove dèi, eroi e creature fantastiche popolano le storie che hanno plasmato la nostra cultura. Ora immagina che queste storie non siano solo racconti lontani nel tempo, ma strumenti potenti per scoprire chi sei veramente. Questo è Dàimon, una lezione-spettacolo ironica e coinvolgente che ti guida in un viaggio tra miti e risate, alla scoperta dei tuoi talenti e delle tue vocazioni. In Dàimon, Enrico Galiano, scrittore e insegnante di successo, condurrà il pubblico attraverso i miti greci rivelando il significato profondo del Dàimon platonico, quel demone interiore che guida il nostro destino. Galiano narra storie che, pur venendo da lontano, parlano direttamente al nostro presente e regalano al pubblico un’esperienza teatrale indimenticabile che emoziona, diverte e ispira.