FRANCESCA LAGIOIA E NADIA URBINATI | INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DEMOCRAZIA
Gli sviluppi delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale stano investendo con forza gli assetti economici, politici e sociali della contemporaneità. Anche le democrazie si trovano
ad affrontare inedite sfide di fronte a questa rivoluzione. L’esplosione di contenuti generati con l’intelligenza artificiale, i cambiamenti nella filiera dell’informazione, le disuguaglianze e
gli squilibri di potere crescenti: sono solo alcune delle questioni all’orizzonte. Proveremo ad affrontarle in dialogo con Francesca Lagioia,studiosa dei problemi etici e giuridici dell’intelligenza artificiale, e con Nadia Urbinati, politologa e profonda conoscitrice dei meccanismi della democrazia.
L’evento è parte del ciclo Dialoghi del presente promosso da Pandora Rivista
CARLO LUCARELLI | ALMENO TU
Carlo Lucarelli, scrittore, autore televisivo e sceneggiatore. Dal 1990 ad oggi ha pubblicato oltre 20 romanzi, diversi saggi e raccolte di racconti. Per la RAI è stato autore e conduttore del programma Blu Notte. Su Sky Arte HD ha scritto e condotto Muse Inquietanti, Inseparabili: vite all’ombra del genio e In compagnia del lupo: il cuore nero delle fiabe. Dal 2017 è presidente delle Fondazione Emiliano-Romagnola per le Vittime dei Reati.
Al San Filippo Neri Lucarelli presenterà il suo ultimo libro: un romanzo che è un revenge thriller. Una storia cattiva, crudele, spietata, disperata e scorretta. Una storia che fa male.
Il libro
Quella di Vittorio è una vita come tante, che procede evitando squilli e cadute. Un giorno gli accade la piú terribile delle tragedie: l’unica figlia, adolescente, muore mentre è con un gruppo di amici. Un incidente, cosí sembra, poi qualcuno insinua un dubbio. A quel punto l’esistenza di Vittorio, già devastata, si sgretola del tutto. Finché non è proprio la figlia morta a dirgli cosa deve fare.
«Questa notte l'ho sognata. Aveva due anni ed era cosí piccola, mi si arrampicava su una spalla come un topolino, rideva. Nel sogno avvicina la bocca al mio orecchio e il suo fiato caldo mi fa il solletico, ma quando sussurra ha una voce da grande. Dice: devi ammazzarli tutti».
La vendetta di un uomo qualunque. Un thriller silenzioso, scorretto, crudele.
FANTATEATRO | IL RACCONTO DI FILIPPO
Chi era San Filippo Neri? Perché a Bologna c’è un Oratorio che porta il suo nome? Quali sono i tesori artistici che custodisce? Domande cui offre una risposta Il racconto di Filippo, spettacolo itinerante che è un po’ visita
guidata e un po’ performance teatrale. Si tratta di un percorso spettacolare per gruppi ristretti di spettatori: tre attori conducono il pubblico negli angoli più suggestivi dell’Oratorio, dando voce ad alcuni personaggi storici e
fantastici legati al luogo, a partire da San Filippo Neri, il santo della gioia che terrà le fila della narrazione. Ma appariranno anche un’immaginaria moglie di Ludovico Carracci (di cui l’Oratorio ospita il celebre Ecce Homo) il
cardinale Lambertini (che inaugurò l’Oratorio nel 1733) e la figura di una misteriosa donna scampata dai bombardamenti del 1944.
Prenotazioni nella pagina dedicata di Eventbrite.
KEPLER-452 | ALBUM
Ricordo e dimenticanza sono le parole chiave che hanno motivato l’Album di Kepler-452. Album è uno spettacolo che parla della memoria, di come funziona, di come non lo sappiamo, di cosa succede quando smette di funzionare. Album è una raccolta di fotografie di varie parti d’Europa che compongono una storia espansa, sospesa tra l’infinitamente piccolo del privato delle nostre vite minuscole e l’infinitamente grande dei disastri che ci troveremo a fronteggiare e che già oggi presentano il conto. Album parla di anguille, ricordi, scatoloni, strutture sanitarie, alluvioni, camminando in mezzo agli spettatori.
Per prenotarsi cliccare qui scegliendo la data desiderata.
TEATRO DELLE ARIETTE | NOI SIAMO UN MINESTRONE [Imagine]
In uno spazio quadrato, al centro su tavoli bassi, ci sono due pentole e tutto il necessario per fare il minestrone. Attorno, attori e spettatori, seduti sulle sedie. Più che uno spettacolo meglio pensarlo come un incontro, un pezzo di tempo, un’ora di tempo vissuta poeticamente cercando quello che c’è prima delle parole e quello che resta dopo che sono state pronunciate e dimenticate. Un pezzo di vita per tutte le cose da raccontare, sull’amore, sul teatro, sulla forza delle piante e l’energia degli animali, su come sarebbe facile, in fondo, essere felici. In un tempo di guerre, uno spettacolo per raccontare l’amore. Uno spettacolo per ritrovare il senso e il piacere del gioco. Uno spettacolo per immaginare il presente.
Biglietti disponibili al link: VivaTicket - Teatro delle Ariette.
*LINK: https://www.vivaticket.com/it/ticket/noi-siamo-minestrone/264203*
ASSOCIAZIONE GRAFOLOGICA ITALIANA | SERATA CANT-AUTORE
Per la prima volta al LabOratorio San Filippo Neri il Festival della scrittura a mano Manu scribere. Per l’occasione ospiteremo l’incontro inaugurale Serata cant-autore. Guglielmo Incerti Caselli, il presidente dell’AGI - Associazione Grafologica Italiana, introdurrà la serata e guiderà il pubblico in un viaggio che racconta il rapporto tra scrittura e musica. Tra gli ospiti della serata Daiano, pseudonimo di Claudio Fontana e Dario Baldan Bembo, due artisti che hanno incantato generazioni intere con le loro melodie. Inoltre Andrea Faccani, presidente della Fondazione Lucio Dalla, trasporterà gli spettatori dentro al mondo di uno dei più grandi cantautori italiani. A moderare l’evento sarà l’attrice, autrice e conduttrice TV Patrizia Caselli. Durante l’incontro, gli autori parleranno del loro rapporto con la scrittura a mano, condividendo curiosità, aneddoti e storie della loro carriera.
Per prenotarsi andare su www.manuscribere.it
MARIA AMELIA MONTI ED EDOARDO ERBA / VAIOLO
La Fondazione del Monte e Mismaonda sono liete di annunciare che il 15 giugno l’Oratorio San Filippo Neri riaprirà al pubblico. Alle ore 20.30 una serata speciale in compagnia dell’autore Edoardo Erba e dell’attrice Maria Amelia Monti.
Inizialmente questo doveva essere un luogo di cura. Chi entrava qui era malato e ci veniva con la stessa speranza con cui un paralitico entra in un bagno termale. (Vaiolo, Edoardo Erba, 2002)
Più di vent’anni fa il drammaturgo Edoardo Erba scrive un racconto, “Vaiolo”, all’apparenza distopico: ambientato in un futuro che potrebbe essere oggi, narra della riscoperta di un reperto storico, un teatro, strano edificio di cui si è persa la memoria dell’utilizzo. Per deduzione si immagina dovesse essere un luogo di cura.
Il 15 giugno, dopo quasi quattro mesi di chiusura dei luoghi di cura di tutt’Italia (e del mondo), i teatri riaprono. La Fondazione del Monte, insieme a Mismaonda, ha deciso di fare un gesto simbolico: riaprire proprio quella sera l’Oratorio di San Filippo Neri, il suo luogo di cura, che da anni mette a disposizione della città di Bologna.
Per festeggiare questo ritorno negli spazi di pubblico spettacolo, Mismaonda ha chiamato sul palco proprio l’autore del testo profetico, Edoardo Erba: lui e la moglie, l’attrice Maria Amelia Monti, ne daranno una lettura scenica cui seguirà una chiacchierata sul “dove eravamo rimasti” e quale futuro ci aspetta.
L’Oratorio di San Filippo Neri proseguirà poi la sua programmazione dal 1 settembre.
L’Oratorio riaprirà al pubblico con una capienza di 85 posti (230 quelli abituali): le panche e le sedute saranno separate in modo da consentire la distanza di un metro abbondante.
Al pubblico sarà chiesto di indossare la mascherina e igienizzare le mani all’ingresso. Sarà anche misurata la temperatura.
L’ingresso sarà consentito solo su prenotazione via mail: oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu
PERFORMAZIONI INTERNATIONAL WORKSHOP FESTIVAL / LA CITTÀ GLOBALE IL RITO
A grande richiesta, dopo la presentazione nella passata edizione del Festival, torna lo spettacolo “Il Rito”, che riassume i dieci anni di ricerca del progetto “Stracci della Memoria” di Instabili Vaganti, nella sua versione site-specific, appositamente creata per gli spazi dell’Oratorio San Filippo Neri. La scena si struttura in uno spazio che assume il valore simbolico di giardino sacro, un luogo senza tempo dove un uomo e una donna, in scena e/o virtuali, percorrono il ciclo della vita fissandolo nell’eternità del rito al quale il pubblico prende parte come spettatore. Una composizione originale di testi poetici, musica, azioni fisiche e canti, che mira ad attualizzare i materiali performativi provenienti dalle tradizioni culturali dei diversi luoghi del mondo, attraversati dal progetto.
PERFORMAZIONI INTERNATIONAL WORKSHOP FESTIVAL / I FIORI DEL MALE O LA CELEBRAZIONE DELLA VIOLENZA
Il testo “I fiori del male o la celebrazione della violenza” è un monologo scritto nel 2018 ed è giocato dallo stesso autore sotto forma di conferenza che segue la linea dell’autofinzione, alla quale il drammaturgo franco-uruguaiano Sergio Blanco si dedica già da alcuni anni. Con un solo schermo come apparato scenico, alcuni libri, una lampada e una proiezione permanente del quadro Sansone accecato dai Filistei di Rembrandt, reinterpretato dall’artista visivo Miguel Grompone, l’opera coinvolge il pubblico in un’esposizione sulla violenza e la letteratura che colpisce per la sua profondità, la sua radicalità e la sua nitidezza. Mentre la lettura avanza, ciò che cattura lo spettatore, di questo formato originale, che lo stesso Blanco ha chiamato Conferencia autoficcional, è che il testo non parla solo di violenza e di letteratura, ma del modo intimo in cui il suo autore ha vissuto la violenza letteraria, patendola con dolore e tormento e allo stesso tempo sperimentandone il godimento e il piacere.
Questo fa si che il monologo non si limiti solo alla semplice ed evidente condanna della violenza, che naturalmente c'è e con grande fervore, ma riesca anche a sprofondare nella celebrazione di questa violenza letteraria che cerca nel male la bellezza.
In questo modo “I fiori del male o la celebrazione della violenza” è un testo dove il complesso problema della violenza, dal momento in cui è trattato dal punto di vista letterario, sfugge dalla morale castrante, per proiettarsi con totale libertà nella poesia. Come spiega Sergio Blanco nella sua conferenza: "La letteratura sarebbe quindi il posto che l'umanità avrebbe trovato per poter parlare di violenza. Per raccontarla. Lo spazio letterario ammetterebbe quindi la violenza poeticizzandola ".
PERFORMAZIONI INTERNATIONAL WORKSHOP FESTIVAL / LA CITTÀ GLOBALE MEGALOPOLIS #BOLOGNA
Lo spettacolo sarà composto da diversi quadri che rappresentano i differenti volti di una poliedrica città virtuale. Una città “invisibile” dalla quale emergono aspetti reali, visioni e ricordi espressi attraverso le azioni dei performer, la drammaturgia in più lingue, le ambientazioni sonore, il video mapping. Elementi che, all’unisono, disegnano una sorta di mappa architettonico- esperienziale in cui il performer, come un Marco Polo contemporaneo, compie continue trasfigurazioni, calandosi in tempi, luoghi, spazi e personaggi diversi, per dare corpo ad alcune maschere della contemporaneità. In questo errare egli incontra alcune figure che con la loro specificità artistica rappresentano i paesi narrati.