CLYDE CHABOT / SICILIA

Una grande tavolata attorno alla quale ogni sera trovano posto 35 persone. A capotavola l’attrice francese Clyde Chabot racconta di una donna che decide di intraprendere un viaggio verso la sua terra di origine, la Sicilia appunto. Possiede sporadiche informazioni sulla sua famiglia e poche cose di una tradizione perduta su cui fare conto: nomi, oggetti, cibi, luoghi galleggiano nella sua memoria senza trovare una collocazione ordinata. La donna parte con la figlia (la sua moderna e francese discendenza) in cerca di luoghi, di lingue e di tradizioni. Modernità ed arcaismo si incontrano in un viaggio il cui unico scopo è forse quello di perdersi. Autrice, attrice e regista francese (classe 1966), Clyde Chabot fonda la sua compagnia, la Communauté inavouable, nel 1992. Al centro dei suoi lavori la caduta delle utopie, l’identità e le origini.

Spettacolo recitato in italiano con accesso limitato, solo prenotazione:

oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu


MARZIA CAMARDA / UNA SAVIA BAMBINA: GIANNI RODARI E I MODELLI FEMMINILI

Fa parte di Teatro Arcobaleno, progetto sull’educazione alle differenze di genere rivolto a infanzia, adolescenza, famiglie e insegnanti, il reading che l’autrice Marzia Camarda propone dal suo libro. Una rilettura ed una analisi dei testi di Gianni Rodari con particolare riferimento al tema dell’equilibrio di genere. Questo suo approccio didattico e letterario, ancora inesplorato, è un fil rouge che ha attraversato tutta la sua produzione letteraria e che ha creato straordinari personaggi femminili e, soprattutto, narrazioni di grande qualità. Le eroine a cui ha dato vita (Atalanta, Alice cascherina, la valletta Sabina e tutte le altre) costituiscono un modello positivo tanto per le bambine che per i bambini. Marzia Camarda è imprenditrice della cultura ed esperta di letteratura comparata.


CADA DIE TEATRO - ROSSELLA DASSU / RAPTUS. DAL MITO GRECO AL FEMMINICIDIO.

“È stato un raptus”. Così si giustifica la violenza sulle donne: gli stupri, le aggressioni, i femminicidi. Nell’ambito del Festival “La violenza illustrata” Rossella Dassu propone uno spettacolo che collega un tema purtroppo sempre più attuale con il mito greco. Un percorso a ritroso che ci consente di identificare le origini storiche e culturali dei gesti violenti contemporanei, che continuano ad essere reiterati ad ogni latitudine. Per scoprire che “spesso accanto ad eroi dalle gesta gloriose si alternano figure femminili puramente al servizio dei protagonisti maschili, talvolta da questi tradite e abbandonate, talvolta spinte all’azione e definite quindi come pericolose”. Orfeo ed Euridice, Clitemnestra, Oreste: davanti a loro il pubblico diventa giudice in un processo ideale.


PEPPA PIG PRENDE COSCIENZA DI ESSERE UN SUINO

Come può un giovane padre single educare una bambina di quattro anni e mezzo quasi cinque, in questa società consumista? E come può un artista fare i soldi con il teatro? Un attore guadagna di più facendo cinema o lavorando all’Esselunga di viale Papiniano?
Un viaggio che inizia raccontando gioie e dolori della (mal)educazione infantile e termina in un’amara riflessione sulla perdita del valoredel gesto artistico nella nostra società. Una macelleria di persone e animali, parole affilate che tagliano come coltelli una realtà grondante sangue epropongono una satira del nostro gusto contemporaneo: le mode di mercato a cui i nostri figli sono esposti, lo spettacolocome intrattenimento fine a se stesso, l’amore/odio nei confronti della televisione, della filosofia tedesca e dell’Esselunga (vero centro di nuova produzione delle risorse umane).
Passando da Peppa Pig alle trasmissioni di Marzullo (Sottovoce però, non Applausi che è sfigata), dalle Pussy Riot a Vittorio Sgarbi, da Angelica Liddell a Linsday Lohan, l’io narrante protagonista di questo monologo arriverà a scoprire che solo dopo aver toccato il punto più basso della sua carriera potrà capire cosa significa davvero mettere in gioco se stesso: come attore e come individuo.Facendo pensare, sì; ma anche facendo ridere.
Perché non c’è miglior stimolo alla riflessione che il divertimento.

IL FESTIVAL 20 30

Chi ha tra i venti e i trent’anni oggi è nei guai. I giovani non lavorano. I giovani non hanno voglia di lavorare. I giovani lavorano gratis, vivono di rendita, sono già stanchi, sono sottovalutati, sono sopravvalutati, non hanno potere, non hanno rispetto, non ce la faranno mai, saranno precari a vita, non avranno la pensione, sono degli sdraiati, sono pessimisti, sono troppo ottimisti, sono choosy, bevono troppo, sono strozzati da una società gerontocratica, non è colpa loro, non si interessano di politica, sono estremisti, hanno pochi diritti, hanno troppi diritti, stanno sempre attaccati al computer, escono tutte le sere, non sono pronti, pazienti, elastici. Questo dicono di noi. Quelli che hanno il doppio dei nostri anni. Giunto alla quinta edizione, Festival20/30 continua a sondare l’immaginario di una generazione, quella di chi ha oggi tra i 20 e i 30 anni, facendola entrare in scena attraverso spettacoli, laboratori, concerti, installazioni e performance. Tutto scandalosamente gratis.

FESTIVAL 20 30
https://festival2030.com/p/festival
389 6308310

 


COLLETTIVO CONTROCAMPO / SEMPRE DOMENICA

"Il lavoro come tale costituisce la migliore polizia e tiene ciascuno a freno e riesce a impedire vali-damente il potenziarsi della ragione, della cupidità, del desiderio di indipendenza.

Esso logora straordinariamente una gran quantità di energia nervosa, e la sottrae al riflettere, allo scervellarsi, al sognare, al preoccuparsi, all'amare, all'odiare".

Sempre domenica è un lavoro sul lavoro.
È un lavoro sul tempo, l’energia e i sogni che il lavoro quotidianamente mangia, consuma, sottrae.
Sul palco sei attori su sei sedie, che tessono insieme una trama di storie, che aprono squarci di e-sistenze incrociate.
Sono vite affaccendate nei quotidiani affanni, vite che si arrovellano e intanto si consumano, che a tratti si ribellano eppure poi si arrendono, perché in questo carosello di moti e fallimenti è il lavoro a suonare la melodia più forte, quella dell’ineluttabile, dell’inevitabile, del così è sempre stato e del sempre così sarà.
Sempre domenica è un coro di anime, una sinfonia di destini.
Ma è – soprattutto - un canto d’amore per gli esseri umani, per il nostro starcene qui frementi ep-pure inchiodati, nell’immobilità di una condizione che una tenace ideologia ci fa credere da secoli non tanto la migliore, quanto l’unica – davvero? – possibile.

IL FESTIVAL 20 30

Chi ha tra i venti e i trent’anni oggi è nei guai. I giovani non lavorano. I giovani non hanno voglia di lavorare. I giovani lavorano gratis, vivono di rendita, sono già stanchi, sono sottovalutati, sono sopravvalutati, non hanno potere, non hanno rispetto, non ce la faranno mai, saranno precari a vita, non avranno la pensione, sono degli sdraiati, sono pessimisti, sono troppo ottimisti, sono choosy, bevono troppo, sono strozzati da una società gerontocratica, non è colpa loro, non si interessano di politica, sono estremisti, hanno pochi diritti, hanno troppi diritti, stanno sempre attaccati al computer, escono tutte le sere, non sono pronti, pazienti, elastici. Questo dicono di noi. Quelli che hanno il doppio dei nostri anni. Giunto alla quinta edizione, Festival20/30 continua a sondare l’immaginario di una generazione, quella di chi ha oggi tra i 20 e i 30 anni, facendola entrare in scena attraverso spettacoli, laboratori, concerti, installazioni e performance. Tutto scandalosamente gratis.

FESTIVAL 20 30
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THE ANDRE' / VERA VENDETTA TOUR

Senza mai svelare il suo volto e donando la sua arte di interpretare in versione acustica le hit più famose e i linguaggi più criptici del mondo della trap e dell’indie, per la prima volta The André arriva a Bologna a Festival 2030 con il Vendetta Vera Tour. Il Progetto, nato quasi per gioco per amore di Fabrizio De André e il suo repertorio, raggiunge in poco tempo gli onori delle cronache per le rivisitazioni di celebri brani: da Habibi di Ghali a Scooteroni di Marracash e Guè Pequeno, da Mi sono rotto il cazzo de Lo Stato Sociale fino al duetto con Dolcenera di Cupido. Con quasi 3 milioni di visualizzazioni sul canale YouTube, The André diventa presto un fenomeno del web grazie alle straordinarie versioni di cover d’autore in cui omaggia il grande Maestro, immaginando come si sarebbe cimentato ai giorni nostri cantando i testi del filone trap.

Salirà sul palco dell’Oratorio San Filippo Neri di Bologna, un oratorio barocco del settecento, con il suo portato di dissacrante ironia, in un cortocircuito di immaginari e linguaggi generazionali.

IL FESTIVAL 20 30

Chi ha tra i venti e i trent’anni oggi è nei guai. I giovani non lavorano. I giovani non hanno voglia di lavorare. I giovani lavorano gratis, vivono di rendita, sono già stanchi, sono sottovalutati, sono sopravvalutati, non hanno potere, non hanno rispetto, non ce la faranno mai, saranno precari a vita, non avranno la pensione, sono degli sdraiati, sono pessimisti, sono troppo ottimisti, sono choosy, bevono troppo, sono strozzati da una società gerontocratica, non è colpa loro, non si interessano di politica, sono estremisti, hanno pochi diritti, hanno troppi diritti, stanno sempre attaccati al computer, escono tutte le sere, non sono pronti, pazienti, elastici. Questo dicono di noi. Quelli che hanno il doppio dei nostri anni. Giunto alla quinta edizione, Festival20/30 continua a sondare l’immaginario di una generazione, quella di chi ha oggi tra i 20 e i 30 anni, facendola entrare in scena attraverso spettacoli, laboratori, concerti, installazioni e performance. Tutto scandalosamente gratis.

FESTIVAL 20 30
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FRANCESCO SOLE / L'AGGIUSTACUORI

Francesco Sole presenta sul palco dell'Oratorio San Filippo Neri il suo nuovo libro L'Aggiustacuori ed. Mondadori.

C’è un ragazzo speciale che di giorno aggiusta telefonini e la sera scrive poesie mentre parla con le stelle. Per ascoltarle meglio ha montato un’altalena sul tetto di casa sua. Loro lo chiamano “Piccolo Poeta” e ormai questo è diventato il suo nome.

Il Piccolo Poeta ha un segreto: nel suo negozio lui non aggiusta solo i cellulari.

Ad alcuni clienti, quelli più tristi e ammaccati, aggiusta anche la vita. Per compiere questa magia gli bastano cento poesie: non una di più, non una di meno. Una al giorno per cento giorni. Le invia sul cellulare di chi ne ha bisogno per aiutarlo a riflettere, per riordinare le sue priorità o riconquistare la fiducia smarrita; per fargli ritrovare l’amore, che sia per qualcuno, per se stesso o per la vita.

Il Piccolo Poeta si accorge subito quando un cliente ha bisogno di essere salvato, dopotutto sono centinaia di anni che dal suo palazzo scrive poesie e aggiusta cuori.

Lo capisce sbirciando dentro i loro cellulari, che come scrigni custodiscono pensieri, desideri, insomma le emozioni più intime e nascoste. Sceglie tutte persone che hanno bisogno di qualcosa ma non sanno precisamente cosa, persone che possono fare delle sue poesie l’uso migliore. Usarle per vivere, amare, curarsi, innamorarsi, chiedere scusa.

Eppure, anche lui ha bisogno di essere salvato. L’ha capito grazie a tre storie, tre vite che ha aggiustato e che, alla fine, incredibilmente, hanno aggiustato lui. Ha capito che deve partire per ritrovare la sua Anna, senza la quale non può più vivere.

Prima di iniziare il suo viaggio, però, ci lascia queste cento poesie, che sono come una mappa, o delle istruzioni per ricostruirsi. Affinché anche noi possiamo usarle per aggiustarci, per capirci, per uscire dal bozzolo e diventare farfalle. E diventare la migliore versione di noi stessi.

 


MARCO CAMMELLI / 1948

Prosegue il ciclo di tre incontri che intende sottolineare le aspettative, gli stati d’animo, le speranze e le illusioni che mossero le coscienze in alcuni specifici anni della storia, curiosamente sempre connotati dalla presenza del numero 8 in chiusura di data. Stavolta tocca al 1948, l’anno dell’entrata in vigore della Costituzione a testimonianza di una nuova Italia successiva al fascismo e agli anni tragici della guerra. Racconto dei fatti, letture, intermezzi musicali, proiezioni di immagini. Relatore della serata sarà Marco Cammelli che si soffermerà in particolare sulle caratteristiche, i principi fondamentali e la modernità della Costituzione. Le musiche degli anni ‘40 e ‘50 saranno riproposte da una icona come il chitarrista Jimmy Villotti. Le letture sono affidate a Gabriele Duma.


BOLOGNA MODERN / PROGETTO ŠOSTAKOVIČ V

Intorno agli anni Settanta Šostakovič è sempre più minato dalla malattia, e si trova spesso a comporre in un letto d’ospedale o nel buen retiro della sua dacia a Repino. Qui nascono il tredicesimo ed il quattordicesimo Quartetto: il primo è breve e lugubre nel suo cromatismo, e pure aperto a nuove sonorità, mentre il successivo trova momenti più giocosi. Pare che Šostakovič intendesse completare ventiquattro quartetti in tutte le tonalità; ma il suo progetto si fermò al quindicesimo. Scritto in ospedale nel 1974, è una lucida meditazione sulla (propria) morte in sei Adagi: affidati da Musica Insieme al Quartetto Adorno, premiato al Concorso “Borciani” 2017.


ULLALLÀ TEATRO / ROSASPINA... STORIA DI UN BACIO

C’era una volta un re e una regina che desideravano tanto avere un figlio. Dopo lungo penare nacque una bellissima bambina. Per festeggiare il lieto evento fecero una grande festa, ma una delle fate del regno non fu invitata. Così per vendetta lanciò la sua maledizione: “La bambina a 15 anni si pungerà un dito e morirà”. Ma le fate buone, attraverso il loro intervento magico, trasformeranno la morte in un sonno lungo 100 anni. Solo il bacio di un principe innamorato potrà poi risvegliarla.

Per tutti a partire dai 5 anni