PIETRO BABINA E GIOVANNI BRUNETTO / MACELLO

Dall’omonima collezione di poesie del poeta Ivano Ferrari, che in gioventù lavorò al macello di Mantova, traendone ispirazione, ribaltando completamente l’idea di “poetico” e mostrando come la pratica poetica possa
attraversare immaginari terrificanti come il continuo prodursi di morte violenta. Spiega Babina: “Il mio lavorare su queste poesie viene
da un percorso sulla memoria dei campi di sterminio nazisti. In Macello ho ravvisato non solo un’analogia nella produzione meccanica di morte ma, più inquietante, la sensazione che in questi luoghi si mantiene ardente, come brace sotto le ceneri, l’attitudine allo sterminio, che le nostre società sono organismi al cui interno pulsa uno sterminio continuo rivolto al diverso, ora in quanto animale, ma che potrebbe mutare
repentinamente il suo oggetto”.