PERFORMAZIONI INTERNATIONAL WORKSHOP FESTIVAL / I FIORI DEL MALE O LA CELEBRAZIONE DELLA VIOLENZA

Il testo “I fiori del male o la celebrazione della violenza” è un monologo scritto nel 2018 ed è giocato dallo stesso autore sotto forma di conferenza che segue la linea dell’autofinzione, alla quale il drammaturgo franco-uruguaiano Sergio Blanco si dedica già da alcuni anni. Con un solo schermo come apparato scenico, alcuni libri, una lampada e una proiezione permanente del quadro Sansone accecato dai Filistei di Rembrandt, reinterpretato dall’artista visivo Miguel Grompone, l’opera coinvolge il pubblico in un’esposizione sulla violenza e la letteratura che colpisce per la sua profondità, la sua radicalità e la sua nitidezza.  Mentre la lettura avanza, ciò che cattura lo spettatore, di questo formato originale, che lo stesso Blanco ha chiamato Conferencia autoficcional, è che il testo non parla solo di violenza e di letteratura, ma del modo intimo in cui il suo autore ha vissuto la violenza letteraria, patendola con dolore e tormento e allo stesso tempo sperimentandone il godimento e il piacere.

Questo fa si che il monologo non si limiti solo alla semplice ed evidente condanna della violenza, che naturalmente c’è e con grande fervore, ma riesca anche a sprofondare nella celebrazione di questa violenza letteraria che cerca nel male la bellezza.

 

In questo modo “I fiori del male o la celebrazione della violenza” è un testo dove il complesso problema della violenza, dal momento in cui è trattato dal punto di vista letterario, sfugge dalla morale castrante, per proiettarsi con totale libertà nella poesia. Come spiega Sergio Blanco nella sua conferenza: “La letteratura sarebbe quindi il posto che l’umanità avrebbe trovato per poter parlare di violenza. Per raccontarla. Lo spazio letterario ammetterebbe quindi la violenza poeticizzandola “.