PEPPA PIG PRENDE COSCIENZA DI ESSERE UN SUINO

Come può un giovane padre single educare una bambina di quattro anni e mezzo quasi cinque, in questa società consumista? E come può un artista fare i soldi con il teatro? Un attore guadagna di più facendo cinema o lavorando all’Esselunga di viale Papiniano?
Un viaggio che inizia raccontando gioie e dolori della (mal)educazione infantile e termina in un’amara riflessione sulla perdita del valoredel gesto artistico nella nostra società. Una macelleria di persone e animali, parole affilate che tagliano come coltelli una realtà grondante sangue epropongono una satira del nostro gusto contemporaneo: le mode di mercato a cui i nostri figli sono esposti, lo spettacolocome intrattenimento fine a se stesso, l’amore/odio nei confronti della televisione, della filosofia tedesca e dell’Esselunga (vero centro di nuova produzione delle risorse umane).
Passando da Peppa Pig alle trasmissioni di Marzullo (Sottovoce però, non Applausi che è sfigata), dalle Pussy Riot a Vittorio Sgarbi, da Angelica Liddell a Linsday Lohan, l’io narrante protagonista di questo monologo arriverà a scoprire che solo dopo aver toccato il punto più basso della sua carriera potrà capire cosa significa davvero mettere in gioco se stesso: come attore e come individuo.Facendo pensare, sì; ma anche facendo ridere.
Perché non c’è miglior stimolo alla riflessione che il divertimento.

IL FESTIVAL 20 30

Chi ha tra i venti e i trent’anni oggi è nei guai. I giovani non lavorano. I giovani non hanno voglia di lavorare. I giovani lavorano gratis, vivono di rendita, sono già stanchi, sono sottovalutati, sono sopravvalutati, non hanno potere, non hanno rispetto, non ce la faranno mai, saranno precari a vita, non avranno la pensione, sono degli sdraiati, sono pessimisti, sono troppo ottimisti, sono choosy, bevono troppo, sono strozzati da una società gerontocratica, non è colpa loro, non si interessano di politica, sono estremisti, hanno pochi diritti, hanno troppi diritti, stanno sempre attaccati al computer, escono tutte le sere, non sono pronti, pazienti, elastici. Questo dicono di noi. Quelli che hanno il doppio dei nostri anni. Giunto alla quinta edizione, Festival20/30 continua a sondare l’immaginario di una generazione, quella di chi ha oggi tra i 20 e i 30 anni, facendola entrare in scena attraverso spettacoli, laboratori, concerti, installazioni e performance. Tutto scandalosamente gratis.

FESTIVAL 20 30
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