ABBAGLI CHE ILLUMINANO / LA LEZIONE DEGLI ERRANTI

Giunta alla sua sesta edizione, ErrorDay, Giornata mondiale dell’Errore, avrà come tema educazione ed errori. Ho chiesto ai miei studenti: qual è il tuo più grande errore? “Sono troppo buona…” Siamo molto bravi a vedere gli errori degli altri, a mostrare la nostra ragione. Ma ammettere i propri sbagli è troppo difficile, come se il crollo delle nostre convinzioni e degli abbagli presi siano eventi bizzarri, l’eccezione che conferma la regola, casi rari o aberrazioni inspiegabili che ci fanno sentire profondamente idioti, avviliti e imbarazzati, ignoranti, indolenti e pazzi, disattenti, distratti, timidi o sbruffoni, pieni di pregiudizi, razzisti, aggressivi e prevaricatori.

La complessità del mondo, la fallacia dei nostri sensi, i numerosi pregiudizi e i tanti sbagli che ne possono nascere, indicano inequivocabilmente come l’errore non sia raro.

La stessa storia della scienza mostra come teorie scientifiche considerate inattaccabili si siano poi rivelate errate e come la scienza proceda cogliendo e correggendo quegli errori che, nel corso del tempo, a loro volta, potrebbero rivelare tali aggiustamenti come errati. In tutti i campi, dalla medicina all’istruzione, le verità accettate di oggi possono divenire gli errori di domani.

“Si enim fallor, sum” scriveva ne La città di Dio, Agostino a indicare che sbagliare è costitutivo del nostro essere, di quello che in qualche modo siamo.

E allora cosa e come possiamo insegnare, istruire ed educare se neppure ricordiamo o sorvoliamo sulla differenza tra queste azioni? E se ci rivolgiamo a chi talvolta cerca solo conferme, gratificazioni per un piccolo sforzo, come se per diventare Leonardo, Dürer, Mozart o Kubrick, basti andare a scuola, dove spesso chi è incapace e incompetente non si accorge delle proprie incapacità e lacune e, anzi, ha una sovrastima delle proprie possibilità mentre chi sa, e sa di non sapere, si sottostima, lasciando spazio e voce ai cialtroni? Perché allora non parliamo dei banchi di scuola, che una volta ergonomicamente obliqui ridiventano piatti, dell’abbandono dei grembiuli, dell’accettazione del telefonino in classe, delle diagnosi di fobia scolastica nelle scuole superiori (l’obbligo scolastico, in Italia, termina all’incirca a 16 anni), della persistenza dei decreti delegati, dei ricatti dei genitori e di tanti altri problemini?

Come si fa ancora a parlare di educazione? Ma proprio questo si tenterà di fare scherzando seriamente con l’entomologo Gianumberto Accinelli, le parafrasi di Alberto Piancastelli, le Cattive maestre di Clelia Sedda e Sotto gli occhi di tutti di Annagiulia Gramenzi, passando per altri illustri luminari, ma soprattutto luminosi, ospiti d’errore.

La giornata mondiale dell’errore sarà un viatico per deviati, un errare alla ricerca di quella luce che ci conduce verso nuovi lidi.

Ideato e condotto da Clelia Sedda, cattiva maestra di modestia.

Musiche originali eseguite dal vivo da Roberta Giallo.

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